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Il ritorno a casa dopo un Anno all’Estero
Spesso durante l’anno all’estero si creano abitudini e routine che una volta rientrati in Italia non hanno molto senso e questo può dar vita al reverse culture shock. Questa sensazione è assolutamente normale, ma va comunque superata. Vediamo come gestirla insieme.
Il ritorno a casa dopo un Anno all’Estero
Spesso durante l’anno all’estero si creano abitudini e routine che una volta rientrati in Italia non hanno molto senso e questo può dar vita al reverse culture shock. Questa sensazione è assolutamente normale, ma va comunque superata. Vediamo come gestirla insieme.
Cos’è il Reverse Culture Shock?
Il reverse culture shock (o shock culturale inverso) è il disorientamento e il disagio emotivo che puoi provare al rientro dalla tua esperienza all’estero. È simile al culture shock che si prova quando ci si trasferisce in una cultura nuova e diversa, ma con la particolarità che avviene nel contesto del ritorno a casa, un luogo che teoricamente dovrebbe essere familiare e confortevole.
Quali sono i “sintomi”?
Senso di estraneità a casa: nonostante ci si aspetti di sentirsi subito a proprio agio, potrai percepire una sensazione di disconnessione con il proprio ambiente familiare. Le cose che erano una volta normali potranno apparirti strane o addirittura frustranti.
Aspettative disattese: idealizzi il tuo rientro, pensando che tutto sarà come prima. Scoprirai, invece, che la tua mentalità è cambiata, così come sono cambiate le persone e i luoghi lasciati, creando una discrepanza tra le aspettative e la realtà.
Cambiamento di prospettiva: dopo aver vissuto all’estero, avrai acquisito nuove abitudini, valori e modi di pensare che possono essere diversi dai nostri. Tornare a casa può far sembrare le norme culturali locali antiquate o rigide rispetto a quelle a cui ti ha abituato l’anno all’estero.
Nostalgia per la vita all’estero: paradossalmente, potrai sentire la mancanza del paese in cui hai vissuto all’estero, provando nostalgia per la cultura, le persone e le abitudini di quel luogo.
Integrazione di due mondi: uno degli aspetti più complicati del reverse culture shock è cercare di trovare un equilibrio tra la propria identità “pre-partenza” e quella “post-ritorno”. Le nuove esperienze all’estero hanno cambiato il tuo modo di vedere il mondo, e ciò può rendere difficile ritornare alla tua vita di prima.
Vediamo come Gestire il Reverse Culture Shock
Per prima cosa devi sapere che è assolutamente normale sentirsi disorientati e fuori posto al ritorno! Proprio per questo, cerca di mantenere sia i contatti con le persone conosciute all’estero, sia le abitudini che hai sviluppato nell’anno all’estero: ti servirà ad avere uno stacco più dolce tra le due realtà.
È arrivato anche il momento di parlare della tua vita all’estero sia con persone che l’hanno vissuto come te, sia con chi invece è semplicemente curioso di sapere com’è stata. Ti aiuterà ad ordinare i tuoi sentimenti!
Porta avanti hobby o sport che hai iniziato all’estero, ti aiuteranno a mantenere un legame e a farti sentire meno “fuori posto”.
Ricordati che con il passare del tempo e con il rientro a scuola, questo sentimento cesserà.
In conclusione, il reverse culture shock è una parte assolutamente normale dell’anno all’estero e, anche se può spaventare, è una delle tante sfide che si affrontano e che ti renderanno una persona più matura, indipendente e consapevole di sé. Dopotutto bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, no?
Cos’è il Reverse Culture Shock?
Il reverse culture shock (o shock culturale inverso) è il disorientamento e il disagio emotivo che puoi provare al rientro dalla tua esperienza all’estero. È simile al culture shock che si prova quando ci si trasferisce in una cultura nuova e diversa, ma con la particolarità che avviene nel contesto del ritorno a casa, un luogo che teoricamente dovrebbe essere familiare e confortevole.
Quali sono i “sintomi”?
Senso di estraneità a casa: nonostante ci si aspetti di sentirsi subito a proprio agio, potrai percepire una sensazione di disconnessione con il proprio ambiente familiare. Le cose che erano una volta normali potranno apparirti strane o addirittura frustranti.
Aspettative disattese: idealizzi il tuo rientro, pensando che tutto sarà come prima. Scoprirai, invece, che la tua mentalità è cambiata, così come sono cambiate le persone e i luoghi lasciati, creando una discrepanza tra le aspettative e la realtà.
Cambiamento di prospettiva: dopo aver vissuto all’estero, avrai acquisito nuove abitudini, valori e modi di pensare che possono essere diversi dai nostri. Tornare a casa può far sembrare le norme culturali locali antiquate o rigide rispetto a quelle a cui ti ha abituato l’anno all’estero.
Nostalgia per la vita all’estero: paradossalmente, potrai sentire la mancanza del paese in cui hai vissuto all’estero, provando nostalgia per la cultura, le persone e le abitudini di quel luogo.
Integrazione di due mondi: uno degli aspetti più complicati del reverse culture shock è cercare di trovare un equilibrio tra la propria identità “pre-partenza” e quella “post-ritorno”. Le nuove esperienze all’estero hanno cambiato il tuo modo di vedere il mondo, e ciò può rendere difficile ritornare alla tua vita di prima.
Vediamo come Gestire il Reverse Culture Shock
Per prima cosa devi sapere che è assolutamente normale sentirsi disorientati e fuori posto al ritorno! Proprio per questo, cerca di mantenere sia i contatti con le persone conosciute all’estero, sia le abitudini che hai sviluppato nell’anno all’estero: ti servirà ad avere uno stacco più dolce tra le due realtà.
È arrivato anche il momento di parlare della tua vita all’estero sia con persone che l’hanno vissuto come te, sia con chi invece è semplicemente curioso di sapere com’è stata. Ti aiuterà ad ordinare i tuoi sentimenti!
Porta avanti hobby o sport che hai iniziato all’estero, ti aiuteranno a mantenere un legame e a farti sentire meno “fuori posto”.
Ricordati che con il passare del tempo e con il rientro a scuola, questo sentimento cesserà.
In conclusione, il reverse culture shock è una parte assolutamente normale dell’anno all’estero e, anche se può spaventare, è una delle tante sfide che si affrontano e che ti renderanno una persona più matura, indipendente e consapevole di sé. Dopotutto bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, no?
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