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La mia esperienza negli USA
Partire per un anno all’estero come exchange student è un viaggio che cambia la vita. Oggi, vi raccontiamo l’esperienza di Giulia, che ha trascorso un anno all’estero in America. Attraverso le sue parole, scopriremo come si sta adattando alla sua host family, la vita nella high school americana e le avventure che sta vivendo. Segui il racconto dell’anno all’estero negli Stati Uniti di Giulia e immergiti nell’esperienza di vivere in una cultura diversa, lontano da casa, ma sempre più vicino a sé stessi.
La mia esperienza negli USA
Partire per un anno all’estero come exchange student è un viaggio che cambia la vita. Oggi, vi raccontiamo l’esperienza di Giulia, che ha trascorso un anno all’estero in America. Attraverso le sue parole, scopriremo come si sta adattando alla sua host family, la vita nella high school americana e le avventure che sta vivendo. Segui il racconto dell’anno all’estero negli Stati Uniti di Giulia e immergiti nell’esperienza di vivere in una cultura diversa, lontano da casa, ma sempre più vicino a sé stessi.
“Ciao! Sono Giulia e ho frequentato un anno all’estero negli Stati Uniti, più precisamente a Rockford, in Michigan.
Fin da piccola ho sempre voluto viaggiare e fare nuove esperienze; quando mi si è presentata l’opportunità di trascorrere un anno all’estero non ho potuto non coglierla. Sapevo di non poter perdere un’occasione del genere e, infatti, si è rivelato l’anno più bello della mia vita. Ho scelto l’America come meta soprattutto per il sistema scolastico, meno stressante e meno monotono di quello italiano, ma anche per la lingua, che mi è sempre piaciuta e ho sempre trovato facile imparare.
Ancora prima di iniziare il liceo guardavo i video di ragazzi che facevano l’anno all’estero negli Stati Uniti e mi sono convinta sempre di più che dovevo farlo. Fortunatamente, la mia famiglia ha appoggiato da subito quest’idea e molti dei miei insegnanti si sono dimostrati disposti ad aiutarmi.
I primi giorni sono stati indimenticabili. Mi sentivo spaesata, stanca e dovevo ancora abituarmi allo stile di vita e a parlare inglese 24 ore su 24. Mi sono trovata in “difficoltà” le prime settimane ma sono riuscita ad affrontarle senza problemi, pensando che era solo l’inizio di un’esperienza fantastica. In un paio di giorni dall’inizio della scuola avevo già stretto amicizia con alcuni ragazzi, exchange students e non, e da lì si è cominciato a formare il gruppo con cui ancora oggi, dopo un anno, sono ancora in contatto. Devo ammettere che, prima di allora, non mi ero mai trovata così bene con un gruppo di persone e sono riuscita a godermi veramente ogni momento con loro.
Per quanto riguarda la famiglia ospitante, l’esperienza è molto soggettiva. I miei genitori ospitanti sono molto giovani e hanno 3 bimbi di 4, 8 e 9 anni. All’inizio mi sono trovata bene nonostante il caos in casa tra bambini e impegni. Verso la fine dell’anno il rapporto che avevo con loro è cambiato molto e diciamo che non avevamo moltissimi interessi in comune e, perciò, non siamo sempre riusciti a trovare dei momenti o delle attività da fare tutti insieme per divertirci. Nonostante ciò, c’è sempre stato rispetto e amore reciproco anche nonostante le differenze. Siamo comunque riusciti a creare bei ricordi e a condividere culture e tradizioni l’uno dell’altro. La cultura alimentare è molto diversa dalla nostra. Noi siamo abituati a fare colazione, pranzo e cena completi e, quando possibile, tutti insieme. Il pasto principale in America è la cena, molto presto verso le 18:00/18:30. La colazione e il pranzo, invece, sono “optional” e ognuno mangia per i fatti suoi e quando vuole. Ho notato che la maggior parte delle famiglie preferisce comprare cibo surgelato o da asporto al posto di cucinare, ma anche questo può cambiare da persona a persona.
Non avrei mai pensato di dirlo: la scuola è stata la parte migliore della mia esperienza. Un ambiente pieno di vita, poco stressante. Il rapporto con i professori è totalmente diverso da quello che abbiamo in Italia; lì i professori cercano sempre di farti sentire a tuo agio e al sicuro. Se hai bisogno di qualcosa sono sempre disposti ad aiutarti, anche solo se vuoi fare due chiacchiere e fare qualche battutina, non si tirano mai indietro. Non ti fanno mai sentire inferiore a loro e cercano sempre di far vedere il loro lato più umano e meno “accademico”. Il loro obiettivo è insegnare e lasciarti qualcosa di significativo, e non riempirti di studio, compiti e nozioni che poi finisci per dimenticare.
Lo spirito scolastico è fortissimo: studenti e insegnanti sono coinvolti al 100% nelle attività scolastiche ed extrascolastiche. Sport, club, balli scolastici… Tutto è organizzato in modo da coinvolgere tutti, divertire e migliorare sempre di più la scuola.
Per concludere: questa esperienza ti cambia la vita. Ti mette alla prova molte volte, ma riempie di emozioni, ricordi, amicizia e soddisfazioni. Mi ha fatto crescere e imparare a conoscere meglio me stessa, ed apprezzare di più la cultura altrui, ma, soprattutto, la mia.
Consiglio un periodo da exchange student a tutti per cambiare punto di vista, uscire dalla propria comfort zone, allargare i propri orizzonti e soprattutto divertirsi a conoscere nuove persone, nuovi posti e a vivere una vita completamente diversa.”
Giulia – Anno Scolastico, Michigan (Stati Uniti)
“Ciao! Sono Giulia e ho frequentato un anno all’estero negli Stati Uniti, più precisamente a Rockford, in Michigan.
Fin da piccola ho sempre voluto viaggiare e fare nuove esperienze; quando mi si è presentata l’opportunità di trascorrere un anno all’estero non ho potuto non coglierla. Sapevo di non poter perdere un’occasione del genere e, infatti, si è rivelato l’anno più bello della mia vita. Ho scelto l’America come meta soprattutto per il sistema scolastico, meno stressante e meno monotono di quello italiano, ma anche per la lingua, che mi è sempre piaciuta e ho sempre trovato facile imparare.
Ancora prima di iniziare il liceo guardavo i video di ragazzi che facevano l’anno all’estero negli Stati Uniti e mi sono convinta sempre di più che dovevo farlo. Fortunatamente, la mia famiglia ha appoggiato da subito quest’idea e molti dei miei insegnanti si sono dimostrati disposti ad aiutarmi.
I primi giorni sono stati indimenticabili. Mi sentivo spaesata, stanca e dovevo ancora abituarmi allo stile di vita e a parlare inglese 24 ore su 24. Mi sono trovata in “difficoltà” le prime settimane ma sono riuscita ad affrontarle senza problemi, pensando che era solo l’inizio di un’esperienza fantastica. In un paio di giorni dall’inizio della scuola avevo già stretto amicizia con alcuni ragazzi, exchange students e non, e da lì si è cominciato a formare il gruppo con cui ancora oggi, dopo un anno, sono ancora in contatto. Devo ammettere che, prima di allora, non mi ero mai trovata così bene con un gruppo di persone e sono riuscita a godermi veramente ogni momento con loro.
Per quanto riguarda la famiglia ospitante, l’esperienza è molto soggettiva. I miei genitori ospitanti sono molto giovani e hanno 3 bimbi di 4, 8 e 9 anni. All’inizio mi sono trovata bene nonostante il caos in casa tra bambini e impegni. Verso la fine dell’anno il rapporto che avevo con loro è cambiato molto e diciamo che non avevamo moltissimi interessi in comune e, perciò, non siamo sempre riusciti a trovare dei momenti o delle attività da fare tutti insieme per divertirci. Nonostante ciò, c’è sempre stato rispetto e amore reciproco anche nonostante le differenze. Siamo comunque riusciti a creare bei ricordi e a condividere culture e tradizioni l’uno dell’altro. La cultura alimentare è molto diversa dalla nostra. Noi siamo abituati a fare colazione, pranzo e cena completi e, quando possibile, tutti insieme. Il pasto principale in America è la cena, molto presto verso le 18:00/18:30. La colazione e il pranzo, invece, sono “optional” e ognuno mangia per i fatti suoi e quando vuole. Ho notato che la maggior parte delle famiglie preferisce comprare cibo surgelato o da asporto al posto di cucinare, ma anche questo può cambiare da persona a persona.
Non avrei mai pensato di dirlo: la scuola è stata la parte migliore della mia esperienza. Un ambiente pieno di vita, poco stressante. Il rapporto con i professori è totalmente diverso da quello che abbiamo in Italia; lì i professori cercano sempre di farti sentire a tuo agio e al sicuro. Se hai bisogno di qualcosa sono sempre disposti ad aiutarti, anche solo se vuoi fare due chiacchiere e fare qualche battutina, non si tirano mai indietro. Non ti fanno mai sentire inferiore a loro e cercano sempre di far vedere il loro lato più umano e meno “accademico”. Il loro obiettivo è insegnare e lasciarti qualcosa di significativo, e non riempirti di studio, compiti e nozioni che poi finisci per dimenticare.
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Consiglio un periodo da exchange student a tutti per cambiare punto di vista, uscire dalla propria comfort zone, allargare i propri orizzonti e soprattutto divertirsi a conoscere nuove persone, nuovi posti e a vivere una vita completamente diversa.”
Giulia – Anno Scolastico, Michigan (Stati Uniti)
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